Alberto Burri (Città di Castello, 12 Marzo 1915- Nizza, 13 febbraio 1995) Laureato in medicina, ha iniziato a dipingere mentre era prigioniero negli Stati Uniti, durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1947 inizia la sua ricerca verso forme più astratte, in particolare inizia la sua ricerca sui materiali, impiegando sabbie, catrami, pomice, smalti. Nel 1951 ha partecipato alla fondazione del gruppo romano Origine.
I materiali (la iuta dei Sacchi è materiale pittorico alla stessa stregua del catrame, del colore ad olio o sintetico, delle plastiche trasparenti ripiegate o combuste), il collage, le lacerazioni, le cuciture, le bruciature si presentano in una drammatica e violenta immagine, sempre controllata e orchestrata dal pittore.
Tipiche degli anni Settanta sono le serie dei Cretti, dalle vaste superfici screpolate, e dei Cellotex, dove la ricerca di Burri sembra indirizzarsi sempre più verso una pittura pura. Una progressiva tendenza alla monumentalità caratterizza la sua produzione dalla fine degli anni Settanta, a partire dai cicli pittorici, nei quali tornano le relazioni fra materia pura e intervento pittorico fino alle grandi sculture in ferro.
Impossibile non menzionare il grande Cretto di cemento bianco che ricopre le macerie di Gibellina.