La "fissità" dei simboli

“Violenza domestica”.
Non mi ero mai soffermata su queste due parole, le ho sempre ascoltate o pronunciate
insieme senza pensare mai ai significati distinti di ognuna. A rifletterci sembra quasi un
ossimoro e le figure retoriche, si sa, nascondo con grande eleganza profonde verità.
La parola “dimora” in effetti, indica un luogo sicuro che l’uomo costruisce per ripararsi dal
mondo esterno, come fosse un nido dove accudire i propri figli e una tana per sfuggire dalle
violenze del mondo; perciò il focolare domestico appare come un luogo in cui la violenza non
deve esistere, eppure spesso ne diventa teatro se non palcoscenico prediletto.
Silvia Giambrone (Agrigento, 1981) riesce con i suoi lavori ad evocare l’angoscia che deriva da
questa violazione. Piuttosto che denunciarne apertamente le connotazioni, l’artista siciliana,
operando un’attenta stratificazione di oggetti e di simboli, ci fa immergere in mondi che noi
tutti conosciamo, ma che, avvolti da inquietanti atmosfere, ci risultano estranei ed
impenetrabili. Il fruitore si ritrova così “nudo” nella contemplazione delle sue opere,
sprovvisto degli strumenti necessari per capire le origini di tale crudeltà.
In Guernica, Picasso riuscì a dare forma ad una suggestione, rappresentando dei simboli che,
per la loro fissità (come li definisce Giulio Carlo Argan), generano morte. Guernica è morte.
Allo stesso modo, Silvia, mette in relazione oggetti - che per loro stessa natura sono simboli –
e, attraverso la sua grande capacità estetica e poetica, permette di indagare i profondi misteri
di talune connessioni.

Vertigo.jpg

Esempio significativo di questo procedimento è l’opera Vertigo, nella
quale coppie di oggetti, che comunemente si trovano nelle nostre case, vengono scansionate
su carta da pacchi e messe a confronto tra loro. Gli oggetti ci appaiono nella loro essenza, scheletrici, disadorni e diventano un simbolo che evoca, ma non rivela.

Allo stesso modo siamo in grado di vedere e riconoscere la violenza, ma non sempre ne comprendiamo le cause primigenie. La Giambrone si pone, dunque, come un archeologo emozionale che, scavando, rinviene stratificazioni culturali e le ridona al mondo.